mi scuso anticipatamente ,

Pressoche inesistente la ricerca e l'attenzione delle innumerevoli situazioni con la gente normofluente... ecco altri muri che troviamo andando avanti...
io non sono forse la persona adatta a parlare....son balbuziente...neanche quella che lo potrebbe scrivere? son scrittore....
collaboro alla ricerca di nuove stimolazioni ...destinate "grazie" ai balbuzienti .... alle opinioni ....e dopo questa sentenza ditemi voi come si potrebbe fermare questo BALBETTARE GLOBALE ? giudicato nullo questo fatto ...riconducibile all'inutilità di ogni forma di espletazione ....un solo voto contro due vince la cassazione

DITEMI VOI LA RICERCA QUANTO ANCORA DOVRA' ASPETTARE !!!!!


...Detto tra noi la ricerca non serve nemmeno finchè la fanno sulle teorie e le problematiche di derivazioni attribuite solo alle situazioni verosimilmente possibili e nel ritenere meno importante questa singolare situazione REALE che impedirà a milioni e milioni di persone anche solo il pensare di volerci provare!...
CON I BALBUZIENTI ANCHE LA PRIVACY E' DESTINATA A TACERE E CON QUESTA SENTENZA ... LA CASSAZIONE DETIENE DI OGNI ATTO NEL SUO COMPLESSO TUTTA L'IGNORANZA ! Mirko Santoro




L’AQUILA – “Il fatto non costituisce reato”, questa la motivazione con la quale è stata anullata la condanna per Antonio Aquilio Ulizio, ex assessore di San Demetrio, accusato di aver registrato una telefonata di richiesta per un soccorso al 118 nella quale un uomo residente nell’area vestina, poiché balbuziente, si esprimeva con evidenti difetti di pronuncia.
Registrazione diffusa dalo stesso, che all’epoca lavorava come infermiere al 118. Cosa che gli era costata la condanna in primo e secondo grado a 4 mesi. Ma la Cassazione, (quinta sezione penale) ha annullato senza rinvio la sentenza “perché il fatto non costituisce reato”, accogliendo così la tesi della difesa sostenuta dall’avvocato Maurizio Dionisio.
La vicenda giudiziaria, risalente al 2005, era scaturita proprio dalla telefonata al 118 di un ristoratore di San Demetrio, affetto da balbuzie, che chiedeva soccorso per un cliente svenuto in sala. Ma la concitazione aveva reso il difetto di pronuncia particolarmente accentuato.
ll file sonoro della telefonata, a detta di alcuni, era stato anche utilizzato in alcune discoteche della costa romagnola.
Lo stesso figlio del ristoratore aveva sentito a scuola, da alcuni compagni, quella registrazione diffusa attraverso il cellulare a scopo di scherno. Da qui la denuncia e la condanna per diffamazione in primo e secondo grado. Condanna ora annullata dalla Cassazione.
Anche la Asl, avvertita del fatto, aveva aperto un procedimento disciplinare interno nei confronti dell’infermiere. Il ristoratore dovrà ora restituire l’assegno consegnato per il risarcimento, il cui ammontare è di circa 10 mila euro.