Gen 11
Il discorso del Re: balbuzie e tecnologia ieri e oggi
La radio ai tempi del Re Giorgio VI e facebook ai nostri tempi, due contributi diversi alla comunicazione
Dal 1987 le persone trascorrono meno tempo a parlare faccia a faccia. E’ arrivato il computer e spesso, quando facciamo “due chiacchiere”, è la tastiera a vibrare mentre le corde vocali rimangono a riposo per ore. La fa da padrone facebook, che in pochi anni ha conquistato oltre 17 milioni di italiani. Tra loro ovviamente anche chi balbetta che spesso trova nella comunicazione “manuale” la via di fuga dalla difficoltà di comunicare oralmente. Accade così che un ragazzo balbuziente, vittima dell’illusione di parlare con molte persone e di avere molti “amici”, si isola sempre di più e il peggioramento della fluenza ne diventa poi la diretta conseguenza.
E’ esattamente l’opposto rispetto a quello che accadde a Re Giorgio VI la cui storia è raccontata magistralmente nel film “Il discorso del Re” in uscita il 28 gennaio nei cinema italiani. Il film ha avuto 14 nomination ai BAFTA (considerati gli Oscar dell’industria cinematografica inglese), un Golden Globe al protagonista e una strada in discesa per le nomination agli Oscar. Insomma, un successo clamoroso.
Re Giorgio si trova ad affrontare a viso aperto la sua difficoltà perché questa gli si presenta davanti senza offrirgli nessuna via di fuga: deve fare il Re e deve parlare alla radio.
L’arrivo della radio ha infatti rivoluzionato il mondo, e la Corona inglese non può non stare al passo con i tempi, dialogando direttamente con i propri sudditi… Re Giorgio ha bisogno di una voce e allora ecco che avviene il cambiamento. La moglie Elisabetta spinge il marito a lavorare sulla propria difficoltà affidandosi ai metodi di Lionel Logue, personaggio dai metodi poco ortodossi.
E’ un incontro difficile quello tra un Re balbuziente e il suo maestro di eloquenza. Il balbuziente spesso è scettico rispetto alla soluzione e quando l’allievo è un Re il confronto è ancor più difficile. Re Giorgio infatti non abbandona la sua supponenza aristocratica, non confessa fino in fondo i traumi infantili e soprattutto non crede nella guarigione. Lionel però è un bravo maestro e sa che deve abbattere quella barriera sociale e instaurare un rapporto di amicizia alla pari.
“Come si evince la personalità del formatore è un elemento importante per l’esito della correzione. Ad esempio è fondamentale una dose elevata di empatia per comprendere il balbuziente ed è per questo che spesso sono gli ex balbuzienti i più bravi” – commenta Enzo Galazzo che corregge la balbuzie da 13 anni – “Importante è la tecnica usata ma la regola principe è che per vincere la paura di parlare bisogna sfidare gradualmente le proprie abilità. Sarà infatti con una sfida che il Re supererà l’ostacolo: il discorso dell’entrata in guerra dell’Inghilterra contro la Germania”.
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