Nov 08
Balbuzie: disegni come parli?
![]() |
Allo studio la relazione tra balbuzie e rigidità muscolare durante due compiti simultanei: parlare e disegnare
Magari balbetti e parlare per te è una gran fatica ma quando si tratta di disegnare sei un gran portento. Due abilità molto diverse che non hai mai pensato di fare simultaneamente. Sono gli scienziati dell’università del Tennessee del Department of Audiology and Speech Pathology che hanno però pensato bene che studiare queste due abilità contemporaneamente possa servire a qualcosa.
E’ stata monitorata la frequenza degli inceppi, la durata del tratto della penna e la discontinuità del tratto nelle tre condizioni.
I partecipanti sono stati 15 balbuzienti e 15 normoloquenti che hanno disegnato cerchi continui con una penna su una tavola digitale in 3 condizioni differenti: silenzio, lettura a voce alta, e lettura corale. Nella condizione di silenzio, il gruppo balbuziente usava un tratto di penna senza evidenze di disfluenza, come l’altro gruppo. La differenza è emersa nella lettura a voce alta, in quanto nei balbuzienti si è osservato un tratto discontinuo della penna in concomitanza con un inceppo sul 12% delle sillabe. Nella condizione di lettura corale la balbuzie è scomparsa (ridotta del 97%), ma la disfluenza manuale è stata ridotta di solo il 47% rispetto alla condizione di lettura a voce alta singolarmente.
In pratica si è visto che le prove dove c’erano più eventi di inceppo erano generalmente correlate con una alta disfluenza manuale (nel disegno).
“Quanto riportato dimostra che l’evento di inceppo non è esclusivamente un fatto fonico ma che coinvolge tutto il corpo” – afferma Enzo Galazzo e aggiunge – “Dobbiamo ricordarci che il nostro corpo e la nostra mente sono collegati, sono in continua comunicazione. Infatti, quando siamo tesi, il nostro corpo è teso e quando siamo ansiosi respiriamo in maniera da sfavorire il rilassamento. Il consiglio di gesticolare o muoversi davanti ad un pubblico al fine di scaricare la tensione è sempre valido. Come afferma Harry Holzheu, definito spesso Re della Comunicazione, le mani sono strumenti del linguaggio: vogliono parlare”.
Fonte: Human Movement Science
Approfondimenti su:
http://www.viveresenzabalbuzie.it
http://www.perlaparola.com
![]() |
novembre 30th, 2008 at 13:10
Troppo forte! Ma questo che vuol dire? A me capita che quando mi blocco divento rigido. Ma c’è una relazione tra la balbuzie ed i blocchi del corpo?
novembre 30th, 2008 at 17:15
In un certo senso diciamo che hai centrato la questione. La relazione tra balbuzie e blocchi del corpo infatti è principalmente una questione “meccanica”. Una delle principali cause della balbuzie è infatti legata a degli irrigidimenti muscolari, prevalentemente a livello dell’addome e del toroace. Ma questo irrigidimento spesso si estende ad altri muscoli, e da qui nascono dunque altri blocchi associati al blocco verbale, come può essere appunto l’irrigidimento di un arto.
dicembre 1st, 2008 at 10:08
Ma io credo che in fondo sia come quando suonavo la batteria, se con un piede battevo sulla cassa, con la mano inizialmente non riuscivo a battere un tempo diverso sul tom 😀 Era come se il piede fosse collegato alla mano! …però poi ci sono riuscito! ihihih
dicembre 1st, 2008 at 12:36
Si, quello che dici tu è più ke altro un discorso di coordinamento.
Però è da constatare un’altra cosa. Così come la mano segue il blocco e si irrigidisce contemporaneamente al suo manifestarsi, usare la mano potrebbe avere lo stesso effetto sulla parlata, ovvero gesticolando ci si può aiutare a darsi un ritmo, e questo potrebbe facilitare l’eloquio.